sabato 22 novembre 2008

Foglie d'autunno (musica: Foglie di Beslan - G. Allevi)

Un vento come solo sa essere il vento qui dalle mie parti. Discende dalle montagne e viene incanalato nella strettoia della Valle, dove si riversa con tutta la sua forza e velocità. Un vento elettrico che fischia, ulula, si infiltra soffiando in ogni fessura. Che fa tremare i vetri e scardina le persiane. E porta via con sé, lontano, tutto quello che incontra. Tegole, tettoie, rami, immondizia. E foglie. Le foglie d’autunno. Un vento da stare chiusi in casa. E intanto, Morricone che suona.

Un vento che di giorno non ti fa ragionare. Proprio nel giorno in cui uno dei miei miti venne assassinato. Anzi, no. Nel giorno in cui un uomo venne assassinato, diventando uno dei miei miti. Nel giorno in cui ho paura per un altro uomo che me lo ricorda molto da vicino. E allora leggere, e poi leggere ancora. Leggere tra le righe. Le righe di un biglietto a/r per Lione. O magari per Rio de Janeiro. Sola andata. E intanto, vecchia musica dal giradischi.

Un vento che di notte non ti fa dormire, nonostante il profumo delle lenzuola pulite. E quindi scrivere, scrivere, e poi scrivere ancora. Scrivere, per non pensare. Spostare la notte più in là, e dopo cancellare tutto. E intanto, la musica in cuffia. E lui che disse: «Non voglio più sentirti parlare. Voglio sentire parlare di te». Proprio come le foglie d’autunno. Già, le foglie d’autunno. E ancora, musica da film.

Foglie d’autunno nel vento. Foglie colorate che turbinano libere e si ammassano lungo la cancellata. Oppure una ad una, prese in ostaggio, prigioniere del vento che ne fa ciò che vuole. Tra una caramella e una bomba a mano. Ma loro, le foglie d’autunno, lo sanno. E si lasciano prendere docilmente per mano e trasportare verso il loro destino. Innocenti. Proprio come bambini sorridenti e un po’ impauriti, il primo giorno di scuola.

mercoledì 5 novembre 2008

In ogni caso, sono molto più avanti di noi.

«American people have spoken, and they have spoken clearly. A little while ago I had the HONOUR of calling Sen. Barack Obama to congratulate him on being elected the next President of the country the we both love».
Sen. John McCain.

Qui da noi in genere chi perde dice che non è possibile, che è colpa dei brogli e che bisogna ricontare le schede.