mercoledì 28 maggio 2008

Sono entrati e hanno visto*


Sono morto. Guardami, sono qui. Immobile, appena sotto il pelo dell’acqua. L’acqua di un fosso costruito per impedire ai detenuti di evadere. Sono morto, anche se sembra che stia dormendo. Sono morto di morte violenta, mi hanno ucciso a sangue freddo. Sono arrivati pochi giorni fa, il 29 aprile. Di domenica. Parlavano la lingua del nemico, erano in tanti. Non abbiamo posto una gran resistenza. Qualcuno dei miei compagni era riuscito a scappare prima che arrivassero, qualcun altro aveva troppa paura. Io avevo troppa paura. Così ci siamo arresi, e loro sono entrati senza difficoltà. Sono entrati e hanno visto. E poi ci hanno ucciso, a sangue freddo. Uno ad uno. Noi, che non avevamo sparato un colpo, che non gli avevamo fatto niente. Mi hanno sparato a bruciapelo e poi mi hanno gettato nel fosso. La mia divisa non serve più a nulla ora. E’ strappata. La mia divisa mi ha tradito. Io, che ero un uomo come voi e come loro. Semplicemente nato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ma questo io non lo sapevo, pensavo di essere nel giusto. Io ero nel giusto. Ho sempre fatto il mio dovere. Io ero un bravo militare e un bravo marito. E un bravo papà. Io ero orgoglioso di essere tedesco.

Io ero una SS, facevo il guardiano al campo di Dachau.

* a chi c'è stato, anche se tanti anni dopo
** foto di Lee Miller

Nessun commento: